Rendere il tuo business online sempre più scalabile: PWA!

Sempre più aziende, anche quelle di piccole dimensioni, sentono la necessità di avere la propria "App".

Ma si sa, investire in un app richiede un certo sforzo economico e spesso garantisce poca flessibilità

Quindi, perché non “installare” il tuo e-commerce nel dispositivo dei tuoi clienti, come se fosse un’ app?

Ora puoi farlo grazie alle PWA (Progressive web app)

Cos’è la PWA (Progressive web app)? È un modo nuovo, entusiasmante e smart per creare app che funzionano sia su desktop che da dispositivi mobile.

Le Progressive Web App (PWA) sono in sostanza siti Web che si comportano come app mobile native. Si caricano rapidamente, sono molto curate graficamente e si comportano come una vera e propria app. Le PWA inglobano anche tecnologie come service worker, notifiche push e sincronizzazione in background, il tutto per fornire una customer experince unica ed aumentare l’engagement.

E tutti sappiano quando sia importante oggi fornire ai lead una customer experience di rilievo per riuscire a convertirli in clienti!

Perché dovresti preferire una PWA ad una classica App?

Ci sono diversi motivi per cui prendere in considerazione l'utilizzo di PWA invece delle tradizionali app mobile:

Rapidità : innanzitutto, le PWA sono molto più veloci delle tradizionali app mobili perché non richiedono il download e l'installazione di un'applicazione.

Sicurezza: in secondo luogo, le PWA sono più sicure perché vengono eseguite all'interno del browser e non possono accedere ai dati personali memorizzati sul dispositivo.

Aggiornamenti: inoltre, le PWA sono più facili da aggiornare perché lo fanno direttamente tramite il browser.

User-Friendly: sempre più utenti preferiscono navigare in Internet piuttosto che scaricare e installare un'app sul proprio dispositivo. Infatti, oggi siamo sommersi da richieste di scaricare app che “intasano” il nostro dispositivo e poi, quante volte abbiamo sentito parlare dei pericoli legati a scaricare delle app?

Scalabilità ed Economicità: infine, proprio grazie alla loro scalabilità, le PWA possono essere significativamente più economiche da sviluppare rispetto ad un’app nativa.

Costo di sviluppo e manutenzione di una PWA

Le app native in genere non si adattano perfettamente a qualsiasi dispositivi ed a dimensioni differenti dello schermo, quindi probabilmente andrà creata una versione ad hoc per ogni dispositivo che prevedi di supportare. Diversamente, una PWA si comporta come un sito Web, alimentata dal tuo browser, e quindi si adatta più facilmente a qualsiasi dispositivo.

Inoltre, se scegli un'app nativa, dovrai anche creare versioni separate per iOS e per Android.

Saranno quindi necessarie ulteriori risorse economiche e tempi maggiori per aggiornare e mantenere ogni versione supportata nei rispettivi app store, generalmente utilizzando linguaggi di programmazione totalmente diversi.

Al contrario, le PWA progressive hanno una base di codice adatta a più piattaforme e dispositivi, il che rende più facile e meno costoso lo sviluppo o la manutenzione.

Anche l'aggiornamento di un'app nativa può richiedere molto tempo ed essere impegnativo. Dovrai approvare ogni aggiornamento della tua app nello store e dovrai anche aggiornare ogni versione dell'app. Inoltre, generalemente il cliente non è molto attento ad aggiornare la versione scaricata e ciò può creare confusione.

Con un'app nativa, oltre a dover creare versioni separate per ogni piattaforma, dovrai anche inviarle a vari app store, fare manutenzione alle schede dello store e gestire le recensioni degli utenti. Inoltre, ogni volta che aggiungi nuove funzionalità ad un'app nativa, devi inviare nuovamente la versione aggiornata agli app store per approvazione e di conseguenza comunicare ai tuoi utenti la necessità si eseguire l'aggiornamento alla nuova versione.

L'Apple App Store e il Play Store di Android sono le due maggiori opzioni, ma non sono le tue uniche scelte. C’è anche Windows Store e Amazon App Store da considerare, Huawei Gallery.... A seconda del target, potresti dover inviare l'app ad altri app store come Samsung Galaxy Store, Apptoid e F-Droid. In sostanza, devi assicurarti che la tua app sia in grado di soddisfare una serie di requisiti se vuoi che vengano pubblicata, alcuni delle quali molto restrittivi (come per Apple Store).

In alcuni casi, ti potrebbero essere anche addebbitati dei costi per registrare il tuo account come sviluppatore.

Le PWA aggirano tutti questi ostacoli.

L'unica cosa che i tuoi utenti devono avere è un browser web e il tuo URL. Ciò rende molto più facile per la tua app essere accessibile a un pubblico più ampio.

Con una PWA di solito puoi aggiornare e distribuire le tue modifiche senza approvazione o installazioni aggiuntive da parte dei tuoi utenti, ed in maniera istantanea.

Ciò rende le PWA più convenienti, lo sviluppo è meno complesso e si bypassano alcuni passaggi fastidiosi per te e per i tuoi utenti.

Ovviamente, tutto ciò non vuol dire che essere presenti negli app store non sia importante, ma di certo con le PWA potrai fin da subito misurare la performance della tua app, per poi valutare successivamente in quali e quanti store essere presenti, in modo da incrementare le vendite e la brand awareness.

SEO e PWA

Le app native non possono essere indicizzate, quindi il loro contenuto non può essere elencato nelle SERP (pagine di ricerca) di motori di ricerca come Google,Yandex,Yahoo ed altri. E’ vero che gli app store forniscono una pagina di "elenco" delle app, che può essere indicizzata, ma forniscono una flessibilità limitata sul contenuto della pagina dell'elenco, costringendo così le aziende a fare affidamento sulla possibilità di essere trovate tramite ricerca sull'app store.

Ci sono infatti una serie di fattori che influenzano la rilevabilità delle app come la SEO per l'app store o l’ottimizzazione dell'app store (ASO). Bisognerà quindi impegnarsi nella ricerca di parole chiave, nella scrittura di una buona descrizione e di un titolo ottimizzato, comprese immagini accattivanti e nell'ottenere recensioni positive. Dovrai pubblicare la tua app nelle categorie giuste e chiedere il supporto di terzi per ottenere buone recensioni ed un numero significativo di download.

Tutto ciò richiederà molto tempo e costi aggiuntivi. Anche perché ci sono milioni di app sui web store di Windows, Apple e Google ed è fondamentale che la tua app sia facile da notare, speciale ed unica se vuoi distinguerti dalla massa.

Le PWA invece funzionano proprio come un sito web, il che significa che possono essere indicizzate facilemnte da un motore di ricerca.

Quindi avrai un controllo molto maggiore sulla SEO e le tue capacità di ottimizzare la ricerca su Google possono probabilmente rendere la tua applicazione più rilevabile dagli utenti. Non dovrai fare altro che implementare una struttura SEO che sarà molto simile a quella del tuo sito web.

Le differenze tra PWA e app nativa per gli utenti

Ora che conosci le differenze tra app PWA e app native dal punto di vista dello sviluppatore, è tempo di capire le differenze dal punto di vista dell'utente. Molto spesso è difficile trovare app installabili sul proprio desktop (ancor di più se si usano sistemi operativi come Linux od opernsource) quindi i siti web che adottano la strategia di utilizzo delle web app facilitano la vita all’utente, incrementando le visite e quindi potenziali vendite.

Quando scegliere una PWA al posto di un'App nativa

Quindi, ora che sai cos'è una PWA, in quali situazioni trarrai vantaggio dalla scelta di una PWA?

Se hai un sito e-commerce e vuoi provare a coinvolgere meglio i tuoi clienti o ad acquisirne di nuovi, e magari non hai le risorse economiche ed umane per sviluppare e fare manutenzione di più versioni dell’ applicazione, una PWA può essere la soluzione giusta per migliorare la tua strategia di acquisizione lead e fidelizzazione.

Un'app PWA è una buona soluzione anche se vuoi che la tua app raggiunga un numero elevato di utenti in un lasso di tempo molto breve. Se sei alla guida di una startup e desideri un'app molto semplice che favorisca il coinvolgimento dei tuoi utenti, le PWA sono la soluzione idelae: non richiedono alcun download o installazione, e ti consentono comunque di interagire con i clienti, ad esempio tramite le notifiche push.

Inoltre, se hai bisogno di un’ app che funzioni su tutti dispositivi adattandosi automaticamente, allora una PWA è probabilmente la scelta migliore, grazie alla sua scalabilità ed al minor costo di sviluppo e manutenzione.

Quando dovresti optare per un'app nativa invece di una PWA

Ovviamente la PWA non è una soluzione valida in tutti i casi, ed ora vedremo perché.

Dovresti pensare di investire in un'app nativa se disponi di un prodotto complesso che richiede un maggiore controllo sul dispositivo mobile di un utente, ad esempio per app bancarie, di social media o di piattaforme di dating.

Un'app nativa è preferibile quando si necessita la gestione di dati dei clienti particolarmente sensibili in settori come finanza o salute.

Se hai bisogno che le funzionalità dell’app non siano legate alla qualità della connessione Internet o dal sistema operativo del dispositivo del tuo utente, allora un’app nativa risponderà meglio alle tue esigenze. Questo è particolarmente vero se stai sviluppando app come giochi o sistemi di messaggistica.

Secondo molti sondaggi, la generazione di lead, in particolar modo nel B2B, è la sfida più grande dell'intero processo di vendita. 

Secondo Hubspot, infatti, il 42% dei responsabili commerciali intervistati ha affermato che ottenere lead (ovvero informazioni utili ed utilizzabili) sui potenziali clienti, è uno dei compiti più ardui, ma fondamentali.

Come potete vedere nella grafica sottostante, il prospecting è la fetta più grande della torta. E la cosa non ci dovrebbe affato sorprendere! visto che senza un corretto proceso di “Attrai e ConVersa”, non è possibile il “Nutri” e quindi il “Converti

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Ora, anche se lo abbiamo ribadito tante volte, non posso fare a meno di esimermi dal ricordarvelo: fare Lead Generation non significa fare il call center (con tutto il rispetto per i Call Center). Spingere le persone ad interagire con voi (e magari prendere un appuntamento) con un contatto a freddo, senza valore aggiunto, vi fà solo perdere tempo e probabilmente anche la faccia! 

Per cui, non esiste prospecting di clienti che sia efficace se non supportato da azioni di marketing volte a costruire l’interesse e la fiducia nei vostri confronti e nel vostro brand!

Prima DARE, gratuitamente e con valore, e poi costruire per OTTENERE in futuro.

Insomma un Lead si può definire tale solo se è qualificato! 

Si parla infatti di Marketing Qualified Lead (MQL), ossia un lead che ha mostrato interesse, o per lo meno curiosità, nei confronti delle vostre attività a valore aggiunto, come il content marketing, il blogging, gli articoli su linkedin e così via…Un esempio lampante è un lead che ha scaricato un pdf dal vostro sito web od altra pagina (compilando un modulo di contatto).

Ma attenzione, quanto su descritto non significa che il Lead è pronto ad avviare una trattativa! Condividendo i propri dati, il lead ha compiuto il primo passo per diventare un cliente. Tuttavia, non c'è ancora una chiara intenzione di acquisto. Questo accadrà solo quando il lead diventerà un SQL (Sales Qualified Lead).

E come puo’ un lead passare da MQL a SQL? Solo attraverso un attento e personalizzato processo di nurturing!

Ok l’interesse c’è, ma ha bisogno di capire meglio cosa gli stiamo offrendo e perché è utile per lui...allora offriamogli una demo del nostro servizio, od un sample del nostro prodotto, richiediamogli una video call per maggiori dettagli e, nell’attesa di un suo feedback, inviamogli una breve presentazione, un e-book, un case study. Insomma “nutriamo” constantemente il suo interesse! Senza fretta e senza “push” a voler chiudere la vendita.

Certamente stiamo parlando di un processo lungo, che richiede tempo e risorse, e che non produrrà risultati nell’immediato. Quindi mi direte, perché farlo?

Perchè solo un SQL è davvero pronto a ricevere una chiamata del commerciale! E tutto il tempo che hai investito a monte lo recupererai nella trattativa ed avrai un tasso di chiusura più elevato! 

La generazione di lead qualificati è quindi principalmente un'attività di marketing, che permette di consegnare alla forza vendita dei contatti “pronti” ad essere convertiti! Anche i migliori agenti, senza questo tipo di supporto, perderebbero in efficienza e rapidità. 

Abbiamo detto che dobbiamo DARE gratuitamente valore ai nostri lead, ma in cambio possiamo chiedere un piccolo obolo: condividere i propri dati di contatto! Ma attenzione, anche qui non bisogna esagerare! Limitiamoci a chiedere i dati che veramente ci servono.

Poniamoci le seguenti domande:

Insomma la regola generale è: meno dati richiediamo nel modulo di contatto, maggiore sarà la propensione a fornirceli.

Dei diversi modi per generare lead B2B, abbiamo parlato diverse volte, quindi sorvolerei sui dettagli del Content Marketing e le altre attività di Social Selling, e mi soffermerei su 2 aspetti in particolare:

1. il “White Paper”

Difficilemente le vendite nel B2B sono istintive. Per lo più i lead interessati tendono a raccogliere informazioni prima di prendere in considerazione l’acquisto di un determinato prodotto o servizio.

Quindi, perché non fornirglele noi queste informazioni?

Mostriamo competenza professionale fornendo informazioni utili all’attività del nostro potenziale cliente, senza concentrare l’attenzione sulla nostra offerta in maniera diretta, ma indirettamente, facendogli capire che, se volesse, noi possiamo aiutarlo!

In questo modo il lettore interessato si metterà automaticamente in contatto con il nostro prodotto/servizio.

2. Lookalike B2B: 

Termine mutuato dalle varie piattaforme Ads dei Social Network ma che ben si presta alla generazione di lead B2B E se per generare lead ci rivolgessimo semplicemente a lead simili ai nostri clienti esistenti?

Esistono anche diversi tool che ti aiutano a creare un pubblico “sosia”, ma, più che altro, sarà la tua esperienza a guidarti ed a permetterti di convertire più facilemente un cliente che, almeno in parte, conosci già!

Conclusione: B2B Lead Gen in sintesi

I lead sono alla base di qualsiasi successo aziendale nel B2B.  Senza informazioni utili ed utilizzabili sui potenziali clienti, stai letteralmente pescando al buio e lasciando i risultati al caso! 

In conclusione, se vuoi sparare nel mucchio e sperare di centrare qualche obiettivo, allora prova con un call center e con gli elenci telefonici delle aziende!

Se invece vuoi creare una strategia di lead generation mirata che ti porti risulati quantificabili, e sei disposto ad investire il giusto tempo e le giuste risorse, allora Parliamone ! (link al primo commento)

In questo particolare periodo dovuto alla guerra in Ucraina, molti business si interrogano sul come fare a tutelarsi da eventuali tentativi di riciclaggio... Vediamo come funziona la risk intelligence

In base al DECRETO LEGISLATIVO 21 novembre 2007, n. 231, sono tantissimi i soggetti che devono avvalersi di un sistema di controllo.

Ovviamente le banche! ma anche:
- gli istituti di moneta elettronica e di pagamento
- le societa' di intermediazione mobiliare, c
- le societa' di gestione del risparmio
- le societa' di investimento
- gli intermediari iscritti nell'albo previsto dall'articolo 106 TUB;
- le imprese di assicurazione e gli intermediari assicurativi

Ma anche tanti professionisti, come:
- i soggetti iscritti nell'albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e nell'albo dei consulenti del lavoro
- i notai e gli avvocati quando, in nome o per conto dei propri clienti, compiono qualsiasi operazione di natura finanziaria o immobiliare....e tanti altri!

Rientri in una di queste categorie? allora contattaci! e grazie alla nostra partnership con Acuris, nota società internazionale di risk intelligenge, ti toglierai un bel peso!

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Ti sei connesso su LinkedIn. E adesso?

Quanto sappiamo davvero dei nostri contatti su Linkedin?

Accetti un invito, oppure ti viene accettato e... si ferma lì.

Molto spesso si perde l’occasione di iniziare una conversazione per meglio conoscere i nostri nuovi contatti, iniziare a trovare dei punti di contatto o magari apprendere dal tuo interlocutore qualcosa che non sapevi...tutte cose preziose per chi è su Linkedin per fare rete (e quindi business).

Certamente il profilo Linkedin può mostrare una serie di infomazioni utili, e facilmente fruibili, ma rimane pur sempre un’immagine statica, che solo attraverso la conversazione può “mettersi in movimento”.

E se posso darti un consiglio, proveniente dalla mia esperienza pratica...fallo subito! Inizia a conversare non appena il nuovo contatto è entrato nella tua rete (ove non sia possibile, a stretto giro).

Perché? perché banalmente potresti dimenticartene; ed anche perché hai appena visionato il suo profilo ed elaborato nella tua mente le domande più spontanee da porre.

Lo sa bene chi si è occupato di vendita vis-a-vis per tanti anni, la raccolta di informazioni inizia nel parcheggio e continua nell'ufficio del cliente. Ogni piccolo indizio potrebbe fornirti informazioni importanti sui bisogni da soddisfare, sulla strada da percorrere per un processo di acquisizione e sugli gli interessi che avete in comune.

Quindi perché non applicare questa regola anche in ottica di Social Selling? Partendo dal chiedersi :"Mi sono connesso su LinkedIn. E adesso?.”

Vediamo alcuni semplici passaggi:

 Passaggio 1: “Saluta e Ringrazia" dopo esserti connesso su LinkedIn

Tanto scontato che spesso ce ne dimentichiamo! e cadiamo subito nell’errore di proporgli un sito da visitare, una pagina da seguire, o peggio ancora, qualche prodotto o servizio da comprare.

Passaggio 2: Premesso che non puoi esimerti dall’analizzare il profilo linkedin, cerca di approfondire gli aspetti più dinamici:

- Post recenti

- Post condivisi o che hanno consigliato

- Appartenenza a gruppi

- Aziende e profili che seguono

- Le connessioni che avete in comune

In particolare, quest’ultimo punto non è da sottovalutare, in quanto ti sarà molto utile in una fase successiva, quando deciderai di accompagnare il tuo interlocutore dalla fase di conversazione a quella di conversione.

Ma attenzione a non abusarne! Se deciderai di “farti presentare” da una tua connessione, assicurati di avere tutte le giuste argomentazioni per dare valore aggiunto sia al tuo interlocutore che al tuo “ambasciatore”.

Passaggio 3: pianifica i prossimi passi per sviluppare una relazione

Imposta dei promemoria ricorrenti, prendi appunti da ogni interazione, pianifica la tua prossima azione e rielabora prima di intraprendere l'azione successiva.

Il tuo obiettivo è rimanere sempre vivo nella mente del tuo interlocutore e lasciarlo con un ricordo piacevole della vostra ultima conversazione.

Questo perché se anche oggi non ha bisogno dei tuoi prodotti/servizi (o pensa di non averne), un domani le cose potrebbero cambiare, e la rima persona che dovrà venirgli in mente sei tu.

Molto utile, infatti, è riepilogare, nel messaggio successivo cosa vi siete detti l’ultima volata che avete interagito.

Passaggio 4: mantieni sempre il motore caldo!

Puoi connetterti/seguire il tuo interlocutore anche su altri media?

Commenta o consiglia i suoi post che ritieni in linea con la tua attività.

Cogli l’occasione di condividere con lui argomenti od aggiornamenti (magari trovati attraverso ricerce google) che pensi possano essere di suo interesse.

Chiedigli un’opinione nelle materie in cui è autorevole.

Insomma, fai un modo che la vostra conversazione sia un’esperienza che il tuo interlocutore avrà voglia di continuare a fare!

In conclusione, ecco le FAQ più frequenti sul delicato tema della prima connessione su linkedin (fonte: https://nealschaffer.com) 

Qual’è il primo messaggio da inviare ad una nuova connessione su Linkedin?

Ringrazia con un messaggio breve e semplice.

Puoi includere una piccola introduzione di te stesso, i tuoi interessi e le tue attività e porre domande sulle sue attività ed i suoi interessi.

Cosa succede dopo che vi siete commessi su LinkedIn?

Dopo esserti connesso con qualcuno su LinkedIn, questi diventerà una tua connessione di 1° grado. Ciò vuol dire che sarai in grado di vedere le sue informazioni di contatto, se presenti (come telefono, e-mail). Fai attenzione però a non utilizzare questi canali di contatto prima di aver adeguatamente conversato su Linkedin e condiviso con il tuo interlocutore di spostare la conversazione su altri canali.

Quali sono le caratteristiche di un Buon Messaggio su Linkedin?

Il messaggio dev’essere facilmente fruibile, 3-4 frasi brevi, scritto in maniera semplice e personalizzato (che non vuol dire solo inserire il nome del tuo interlocutore, ma anche usare il linguaggio che più lo mette a suo agio e argomentando su ciò a cui tiene).

Infine, un messaggio efficace deve sempre lasciare le porte aperte per approfondire l’argomento od un invito ad introdurre nuovi argomenti. 

A proposito di conversazione…cosa consiglereste voi a chi deve affrontare il temibile primo messaggio?

Fatemelo sapere nei commenti!

La generazione della domanda o la generazione di lead? Qual’ è la più importante per il marketing B2B?

Non è una domanda facile da rispondere! Sarebbe come chiedersi se per andare in bicicletta siamo più importanti i pedali o le ruote! Ognuno ha il suo scopo e permette di far muovere la bici!.

Tuttavia, solo perché la generazione della domanda e la generazione di lead condividono molti degli stessi obiettivi finali non significa che siano la stessa cosa.

Confondere la generazione della domanda con la generazione di lead può significare perdere lead ed investire più del necessario. Fare una chiara distinzione tra le due, nella tua strategia di marketing B2B, ti aiuterà a focalizzarti di più sui lead che hanno maggiori probabilità di essere convertiti e, di conseguenza, a diminuire il costo per lead.

Generazione della domanda e Generazione di lead: le differenze più evidenti

Comunque, dobbiamo ancora chiarire un punto: Qual è la differenza tra generazione della domanda e generazione di lead? In parole povere, la generazione della domanda è il processo per attirare l'interesse delle persone in ciò che hai da proporgli (ATTRAI!) mentre la generazione di lead ha il compito di trasformare quell'interesse in nomi ed informazioni di contatto (CONVERSA!) che tu o il tuo team commerciale userete per la Conversione.

La generazione della domanda porta i potenziali clienti dalla consapevolezza di avere un problema da risolvere, aumentando la fiducia nei tuoi confronti, all'interesse specifico per ciò che le tue soluzioni possono fare per loro.

Include quindi: aumentare la consapevolezza delle caratteristiche del tuo prodotto/servizio, condividere contenuti che dimostrino la tua esperienza nel settore, distribuire risorse e strumenti gratuiti che mostrano quanto tu e i tuoi servizi possano essere utili e condividere esperienze dei tuoi clienti.

La generazione di contatti (lead) traduce tutto quanto sopra descritto in qualcosa di tangibile ed azionabile. La differenza più ovvia, ad esempio, tra una campagna di generazione della domanda ed una campagna di generazione di lead sta nell’ assenza o nella presenza di moduli di contatto.

Se accompagni i tuoi contenuti con un modulo che richiede informazioni di contatto, stai facendo una campagna di generazione lead. Il tuo obiettivo principale quindi non è coinvolgere le persone a seguire i tuoi contenuti, ma catturare il maggior numero possibile di lead, fornendo loro un motivo per condividere i propri contatti e facilitandone l'operazione .

Dall’ altra parte, se rendi i contenuti liberamente accessibili a chiunque sia pertinente, allora ti stai orientando maggiormente verso un’attività di generazione della domanda. Stai investendo affinché più persone possibili conoscano tua attività ed il tuo punto di vista, apprezzino la tua esperienza ed accrescano la loro fiducia nei tuoi confronti.

Quale delle 2 strategie è più efficace? In realtà non esiste una risposta a questa domanda, ed entrambe le strade possono essere percorse per ottenere gli stessi risultati. Posso consigliarvi magari di imboccare una o l’altra strada in base alla “fase” che il tuo prodotto o servizio sta affrontando.

Ad esempio, se sei quasi sconosciuto sul mercato, probabilmente un’attività di generazione della domanda è più attinente, in quanto ti permette di seminare per poi, un domani, pensare di raccogliere lead.

Generazione della domanda e Generazione di lead: le differenze meno evidenti

Parte del motivo per cui la generazione della domanda e la generazione di elad  vengono spesso confuse è che queste utilizzano gli stessi strumenti. Entrambi beneficiano di contenuti interessanti e pertinenti ed entrambi dipendono da un targeting intelligente e preciso per essere efficaci. Tuttavia, la generazione della domanda e la generazione di lead utilizzano il targeting ed i contenuti per scopi diversi.

Iniziamo con il targeting.

Riesci a distinguere tra il target che ancora non ti conosce abbastanza e quello che ha già una certa consapevolezza di te e dei tuoi prodotti/servizi?

Se la risposta è Sì, allora sei sulla buona strada per capire quando sia più efficace la generazione della domanda piuttosto che la generazione di lead.

Le migliori campagne di generazione della domanda si concentrano sul guidare l'interesse delle persone che hanno maggiori probabilità di convertirsi in lead.

Allo stesso modo, non continueranno a focalizzarsi su persone che sanno già tutto quello che devono sapere. Per questo pubblico è arrivato il momento di spingersi verso il passo successivo della condivisione dei propri dati di contatto, attraverso un’attività di generazione lead.

La chiave per una generazione della domanda più efficace ed efficiente è quindi integrare tutte le potenziali fonti di dati di cui disponi, per identificare i potenziali clienti rilevanti che hanno bisogno di aumentare la propria consapevolezza ed il proprio interesse.

Aumentare l'efficacia della generazione di lead

Il targeting per la generazione di lead implica molte delle stesse variabili per la generazione della domanda. Tuttavia, vengono utilizzate in modo diverso, per portare il target a fare il passo successivo nel percorso di acquisto. Quindi si rivolgerà alle persone con una maggiore propensione a convertirsi in lead, essendo in una fase avanzata del percorso.

Il primo passo fondamentale per aumentare l'efficacia dei tuoi sforzi di lead generation è rimuovere quanto più attrito possibile dal processo di acquisizione delle informazioni di contatto. Questo attraverso moduli intuitivi, ben visibili e di rapida compilazione.

Un buon esempio sono i moduli LinkedIn Lead Gen, moduli in-app, generati automaticamente e ottimizzati per dispositivi mobili. Sono precompilati con i dati del profilo LinkedIn dei potenziali clienti e possono essere inviati all'istante.

L'obiettivo della generazione di lead non è solo quello di generare più lead, ma quello di generare lead di persone rilevanti con il giusto livello di consapevolezza della tua attività, che abbiamo raggiunto il punto ottimale del loro percorso decisionale.

Quali tipi di contenuti funzionano meglio per la generazione della domanda e la generazione di lead?

I contenuti della generazione della domanda e della generazione di lead non si differenziano solo dal fatto che vi sia o meno un modulo di acquisizione, ma anche perché riflettono i diversi obiettivi che si prepongono.

Per quanto riguarda la generazione di lead, punta a contenuti mirati e approfonditi, ad esempio consigli su come definire le loro esigenze e come utilizzare le tue soluzioni. Non essere superficiale ma dettagliato e preciso.

Gli obiettivi dei contenuti per la generazione della domanda sono diversi e quindi deve esserlo anche la natura dei contenuti. Concentrati sull’aumentare la tua autorevolezza attraverso una leadership di pensiero. Usa immagini accattivanti e idee originali per catturare l'attenzione. Non temere di esprimere chiaramente il tuo punto di vista o ad usare un po' di umorismo.

Alcuni tipi di contenuto possono svolgere un ruolo sia di generazione della domanda che di generazione di lead, come ad esempio una guida od un eBook ricco di valore per il tuo pubblico, che ti permette di educare i potenziali acquirenti e stabilire autorevoelzza ed allo stesso tempo fornire ai tuoi potenziali clienti un motivo valido per condividere le loro informazioni di contatto.

In quale fase pensi di essere in questo momento? Hai bisogno di generare domanda o di generare lead?

CONTATTACI e ti aiuteremo a capirlo!

o da dove iniziare!

Social Commerce: che cos’è e perché sceglierlo?

ll Social Commerce è l'evoluzione in senso web 2.0 del commercio online (commercio elettronico), che consente una maggiore interattività e partecipazione da parte dei clienti, attraverso blog, sistemi wiki e condivisione di articoli scritti dai membri delle comunità virtuali.Questa nuova modalità di commercio elettronico abbraccia in pieno la tesi che caratterizza il cosiddetto Cluetrain manifesto: "i mercati sono conversazioni".

Questa la definizione enciclopedica di Social Commerce di Wikipedia.

Una definizione molto sintetica ma che apre tanti spunti di riflessione!

Altra definizione interessante è quella che vede il Social Commerce come la possibilità di acquistare prodotti e servizi attraverso i social media e allo stesso tempo condividere con altri utenti la propria esperienza di acquisto (interattività e condivisione).

Ma partiamo dalla semplice semantica.

Oggi si parla tanto di Social Selling come di Ecommerce. Che il Social Commerce sia un ibrido tra queste 2 definizioni?

Beh, sicuramente ha degli elementi in comune con entrambi:

-  Con il Social Selling condivide l’approccio conversazionale alla vendita. La vendita è conversazione, creazione di contenuti, costruzione di autorevolezza e fiducia (Attrai, ConVersa, Nutri, ConVerti)

-  Con l’E-commerce condivide il concetto dell’offerta online (e spesso il sito e-commerce è la landing page di un’attività di Social Commerce)

Quindi il Social Commerce apre ad una nuova modalità di vendita online, attraverso i social network, che permettono connessioni più interattive con i potenziali clienti, incrementando la loro partecipazione attiva e migliorando l’esperienza di acquisto.

Quali sono l vantaggi del Social Commerce?

Prima di tutto, il Social Commerce non si limita a promuovere l’acquisto di un prodotto o di un servizio, (tipico del e-commerce), ma agisce anche in tutte le fasi pre e post acquisto: attrae il potenziale cliente, lo nutre con informazioni utili per fidelizzarlo e rafforza l’intenzione di acquisto anche grazie ai consigli di altri clienti, creando una solida customer proof che accresce la fiducia nel brand.

Con il Social Commerce, infatti, il potenziale cliente conquista la centralità nel processo decisionale; la tanto decantata centralità che ogni marketer sa di dover ottenere per essere vincente!

Ovviamente vi sono anche altri vantaggi, non meno importanti come la viralità, un elevato livello di engagement (magari supportato da attività di influencer marketing), senza dimenticare i milioni di utenti che la maggior parte dei social più vantare.

A che punto è il Social Commerce?

Una volta capiti i vantaggi, viene spontaneo chiedersi, ma se volessi da dove dovrei iniziare? A che punto sono i Social Network rispetto alle strategie di Social Commerce?

Vediamo 1 ad 1 i principali Social Network e le loro iniziative.

Facebook: Facebook Marketplace è disponibile già da un po’ di tempo, anche in Italia, ed permette di creare cataloghi nativi (abbinati alla propria pagina) con annunci personalizzati ed anche gruppi con finalità di commerciali.

Al momento non è prevista la transazione (quindi non esiste un e-commerce interno), ma solamente un processo di interazione tra il venditore e il possibile acquirente, che dovrà finalizzare l’acquisto attraverso il link al sito e-commerce esterno.

Tuttavia Facebook sta lentamente ampliando anche la possibilità di concludere pagamenti attraverso l’arrivo degli innovativi Facebook shops (al momento attivi in versione beta solo negli States) che consentiranno di inserire i dati per il pagamento è finalizzare la vendita senza uscire da FB.

Con l’imminente trasformazione di Facebook in Meta, c’è da aspettarsi evoluzioni in tal senso.

Tuttavia, già oggi Facebook, attraverso il flusso del newsfeed, permette alle aziende di effettuare mirati retargeting in base ai post visionati dai consumatori, anche di prodotti simili, ed in base agli interessi mostrati dalle pagine seguite.

Volendo fare un esempio pratico, se un consumatore scorrendo il proprio feedvede un post con un prodotto che gli interessa e mette un “mi piace”, l’algoritmo di FB gli proporrà una selezione di altri post simili con la possibilità di procedere verso la pagina e-commerce e con pochissimi clic, concludere l’acquisto.

Instagram: Instagram ha lanciato alcuni strumenti che semplificano il percorso di acquisto, trasformando il social network quasi in un negozio virtuale ricco di possibilità e proposte. Lo strumento dedicato allo shopping è facilmente raggiungibile grazie ad un tag a forma di borsetta.

Questo tool permette di taggare fino a 5 prodotti relativi all’immagine postata ed è collegato al catalogo Facebook della pagina aziendale, in modo da fornire informazioni istantanee sui prodotti. Infine, con il tasto “acquista ora” si atterra direttamente sul sito e-commerce del venditore per finalizzare l’acquisto.

E’ possibile anche sfruttare la funzione swipe-up che rimanda alla pagina esterna dedicata alla vendita semplicemente scorrendo il dito sullo schermo verso l’alto.

Si può dire quindi che Instagram Shop è una funzionalità pensata appositamente per chi vuole vendere prodotti direttamente sul social. Inserendo in ogni post dei tag permette di migliorare l’ottimizzazione nel motore di ricerca e consentire agli utenti di seguire le attività relative ai prodotti in foto.

Anche in questo caso, come per FB, c’è grande attesa per l’arrivo di un’eventuale opzione di checkout nativa.

I nuovi Social Network: TIKTOK

A febbraio 2021 TikTok e Shopify hanno firmato un accordo. Grazie ad esso, chi utilizza la piattaforma e-commerce Shopify sarà facilitato nel proporre i propri prodotti e servizi attraverso campagne pubblicitarie dirette alla community di TikTok. Questo grazie ai cosiddetti Shoppable Ads, contenuti video che consentono di accedere direttamente allo shop online del brand. Il tutto in pochi clic, senza mai uscire dalla piattaforma Shopify.

Whatsapp: che Whatsapp sia o non sia un vero social network ci sarebbe tanto da discutere. Resta il fatto che ad oggi è il tool di messagistica più utilizzato al mondo, con circa 2 miliardi di utenti!

Da tempo esiste Whatsapp Business, un'app gratuita pensata per i proprietari di attività commerciali che consente di dare visibilità ai propri prodotti e servizi, interagire in modo diretto con i clienti e rispondere alle loro domande durante l'intera esperienza d'acquisto. Inoltre, permette di creare un catalogo prodotti, utilizzare strumenti per creare messaggi automatici ed organizzare le chat.

Moltissime aziende usano WhatsApp Business come canale di comunicazione con i propri clienti o potenziali clienti, ma anche come vetrina digitale.

Whatsapp Business ha già implementato un tasto per lo shopping.

A inizio dicembre 2020 WhatsApp ha anche rilasciato un aggiornamento che introduce la funzione “carrello”: uno strumento particolarmente utile per capire gli interessi dei clienti e molto più agile rispetto allo scambio di messaggi. Dopo aver sfogliato il catalogo, i potenziali clienti possono inserire i prodotti di interesse ed inviare l’ordine con un singolo messaggio. Questa funzionalità rende anche più semplice la tracciabilità degli ordini e la gestione del cliente.

E le sorprese non finiscono qui! WhatsApp Pay, il sistema di pagamenti integrato nel servizio di messaggistica è stato da poco lanciato in India come test. Esso permette di inviare denaro, effettuare pagamenti e condividere una spesa tramite l’app dopo aver collegato il proprio conto bancario.

Date un’occhiata al video aziendale: https://youtu.be/DOKp7FmNJVE

Ora che abbiamo visto quali sono le potenzialità dei Social Network per implementare strategie di Social Commerce, non ci resta altro che trovare quella più adatta a noi!

Ma se ancora non siete convinti, eccovi 2 numeri per capire perché investire nel Social Commerce:

Recenti studi riportano che il 45% circa della popolazione mondiale utilizza quotidianamente uno o più social network. Gli utenti di Facebook che comprano o vendono tramite il Marketplace sono quantificati in circa 800 milioni, mentre su Instagram Shop arrivano a circa 90 milioni.

Inoltre, sembra che la maggior parte degli acquirenti utilizzi i social network per prendere decisioni di acquisto (secondo Absolutenet, infatti, l’87% ritiene che i social aiutino a decidere cosa comprare), per venire a conoscenza di sconti o scoprire prodotti e servizi (le statistiche dicono che l’83% degli utenti di Instagram ha utilizzato la piattaforma per scoprire nuovi prodotti e servizi, l’81% per ricercarli e l’80% per decidere se acquistare).

Bene, ora siete convinti?

Attenti però, fare Social Commerce non è così semplice come sembra!

Non bisogna sottovalutare il fatto che i Social Network nascono soprattutto come piattaforme dedicate all’intrattenimento ed allo svago. Ed a causa dei tanti stimoli ed attrazioni che offrono, è facile che l’utente venga distratto dal completamento del suo processo di acquisto.

Per cui è fondamentale creare un’esperienza coinvolgente, che intrattiene e più rapida possibile.

Se pensi che il Social Commerce faccia al caso tuo, contattaci! Ti racconteremo da dove iniziare!

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